Con l’avvento del digitale innovazione e sviluppo smettono di essere concentrati nei grossi centri urbani, e si diffondono a macchia d’olio. È così che nascono le Smart Land: territori intelligenti, non più costretti a vivere all’ombra delle metropoli.
Il territorio italiano è costellato di borghi e territori unici. Questi poli rurali-urbani disconnessi tra loro, possono essere interpretati come arcipelaghi territoriali che rappresentano ‘isole di eccellenza’; territori fertili su cui sperimentare nuove centralità.
È su questi principi che si fonda l’idea delle Smart Land. Luoghi in cui identità e innovazione, tradizioni e smart devices, persone e idee si incontrano e danno vita a nuovi poli creativi. Realtà in cui ciascuno investe sulle proprie risorse affinchè si rafforzi la struttura di tutto il tessuto circostante. Isole che si fanno arcipelago.
L’idea delle Smart Land circola da diverso tempo, ma i recenti cambiamenti sociali potrebbero aver accelerato una sua possibile attuazione. Tra tutti, la riorganizzazione del lavoro. Nell’era post-Covid, si spalancano le porte dello smart working, e anche quelle dei nuovi spazi adatti ad ospitarlo. Le sirene delle metropoli non incantano più i giovani lavoratori, che si dicono disposti a uscire fuori dalle mura della città, oltre che da quelle dell’ufficio.
Se i borghi vogliono provare a richiamare a sé parte della forza lavoro ceduta in questi anni alle Smart City, dovranno farsi trovare pronti. Valorizzando le identità locali con formule innovative, e attivando azioni di networking per produrre attrattività e competere nel contesto sovralocale.
Il Manifesto delle Smart Land
Roberto Masiero, professore di Storia dell’Architettura allo IUAV di Venezia, ha proposto il Manifesto delle Smart Land. Per aiutare le piccole realtà ad intraprendere il processo di riconversione. Una tabella di marcia, per promuovere una nuova politica di sviluppo che consenta al margine di prendere vita, trasformando un limite in opportunità.
Coesione sociale, diffusione della conoscenza, crescita creativa, accessibilità e libertà di movimento, fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e qualità del paesaggio e della vita dei cittadini. Sono questi gli asset strategici su cui il Manifesto delle Smart Land poggia le proprie fondamenta.
Buone pratiche collettive e piani d’intervento che accompagnino comuni e piccoli borghi fuori dall’immobilità, attraverso un approccio smart. Termine che oggi più che mai denota la capacità di sapersi rimettere in gioco, anche quando le regole cambiano in corsa. Per farsi trovare pronti difronte agli imprevisti, sapendo che l’intelligenza sa essere potente se messa al servizio della strategia.